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I primi documenti

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La facciata

Il furto della corona

Il restauro

Santuario della Madonna della Carità

Le notizie sono tratte dal libro "Il Santuario della Madonna della Carità" di Pasquale Moschiano

I primi documenti:
Purtroppo non si sa quando sia stato rinvenuto il simulacro. Non abbiamo reperito documento alcuno che ne parli, nè esiste alcuna lapide che ne faccia cenno. Non possiamo però tacere un'opinione ormai secolare secondo la quale il santuario sarebbe sorto al tempo di papa Gelasio, cioè nel V secolo. Troviamo la notizia in un opuscolo del 1886 (1) e ne riportiamo integralmente il testo: « L'origine di questo Santuario si confonde con quella dei più antichi, del Regno d'Italia.
La tradizione in verità non gli assegna epoca precisa; ma è certo però che la sua apparizione è contemporanea all'apparizione di S. Michele al monte Gargano, avvenuta ai tempi del papa S. Gelasio...
Nè simile origine, autenticata da parecchi scrittori coevi può essere contrastata. Cassiodoro ministro dapprima della corte di Teodorico, monaco calabrese dappoi, nella sua santa solitudine, dettò la storia dei suoi tempi, che fortunatamente è arrivata fino a noi, ed in questa parla dell'apparizione di moltissimi santuari ai tempi di Odoacre, specialmente nella Campania, e tra i quali fa menzione di uno sorto miracolosamente, su d'un monte, per l'apparizione quivi della Vergine, situato nell'estremità nord-est della Contea di Nola. Senza dubbio, Cassiodoro intendeva parlare del santuario della Madonna della Carità ».
Questo scritto, per quanto contenga qualche valido elemento riferibile al nostro santuario, ci lascia tuttavia un po' perplessi. Perchè Cassiodoro non cita il nome del paese, di fronte ad una così miracolosa apparizione, com' egli ritiene? - Se ha identificato il monte situato all'estremità nord-est di Nola che difficoltà avrebbe avuto a nominare il paese cui il monte apparteneva?
E' questo un elemento che non può sfuggire ad uno storico. E ancora: perchè l'autore dell'opuscolo di cui abbiamo riportato il brano, pur dicendo « autenticata da parecchi scrittori coevi » non cita poi nemmeno uno di questi scrittori?
Noi pertanto non possiamo escludere decisamente nè ammettere con certezza l'esistenza del nostro santuario ai tempi di papa Gelasio ed Odoacre. I primi documenti che accennano esplicitamente alla Carità, finora ritrovati, risalgono al 1500 e sono precisamente quelle citazioni che ricorrono spesso nelle relazioni delle visite pastorali fatte alla parrocchia di S. Bartolomeo in Moschiano. La chiesa della Carità era, infatti, com'è tuttora un bene della suddetta parrocchia. Nella relazione d'una visita pastorale si legge « Rector possidet simplicem cappellam S. Mariae Caritatis sitam in dicto Casali ubi dicitur Carità » (2).
Più volte è ripetuto nelle suddette relazioni che l'appartenenza della chiesa della Carità, alla parrocchia di S. Bartolomeo è « per antiquissima possessione » - « Alla parrocchia have annessa una cappella sub vocabulo S. Maria della Carità sopra il monte di Moschiano per antiquissima possessione » (3).
Una indicazione, come questa, ed altre precedenti; non possono essere trascurate, perchè ci danno valida conferma della vetustà del nostro Santuario. Se, dunque, nel XVI sec., l'esistenza della Carità è già data come fatto antichissimo, saremmo indotti a ricercare le sue origini almeno intorno al 1000.
Già nel XVI sec. la chiesa della Carità possedeva degli immobili, terreni tenuti in fitto da cittadini moschianesi che in precedenza erano stati da altri, donati al Santuario. Riportiamo integralmente le dichiarazioni inerenti ai beni, contenuti in un volume delle sante visite. «1) Laura della Nunziata... tene della chiesa de Santa Maria della Carità una terricella arbustata dove si dice a piede monte iusto li beni de Angelo d'Antonio Serignano - 2) Santolo della Nunziata tene della chiesa di S. Maria della Carità uno castagnitello » iusta li beni di S. Maria Maddalena - 3) Francesco di Pacia « tene uno castagnito di S. Maria della Carità vicino li beni di S. Maria della Carità, vicino li beni di Vincenzo Dalia ed altri confini » (4).
Un santuario, dunque, per godere a quell'epoca di questi ed altri beni, doveva senz'altro avere una certa importanza che non poteva non derivargli che da una tradizione già plurisecolare.


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(1) S.A.P. la Madonna della Carità. Leggenda storica - Napoli Pe' tipi di Salvatore Marchese Vico de' SS. Filippo e Giacomo, 21 - 1886,

(2) Archivio della Curia Vescovile di Nola - « Sante visite » VOI. VI 2 luglio 1586 p. 430 - Fabrizio Gallo vescovo di Nola dal 1585 al 1614.

(3) Archivio della Curia Vescovile di Nota - vol. VIII « Sante visite » martedì 28 luglio 1625 p. 284 Giovambattista Lancellotti vescovo di Nola dal 1615 al 1656. Il vescovo fu lo zio di Scipione Il Lancellotti, marchese di Lauro il quale acquistò quel feudo, messo in vendita da parte dei Pignatelli, proprio dietro consiglio di suo zio vescovo.

(4) Archivio della Curia di Nola - vol. VI « Sante visite » 3 luglio 1586 p. 443 - Fabbrizio Gallo vescovo di Nola.