Il Santuario

Il paese

La diocesi




 

Santuario della Madonna della Carità

Moschiano:
All’estremo lembo della provincia di Avellino, tra l’argento degli ulivi ed il verde dei vigneti, riscopriamo un amabile borgo del Vallo di Lauro: Moschiano. Le sue origini, che hanno facilmente confuso gli studiosi, sono sannitiche ed il ritrovamento di alcune tombe venute alla luce in località “Carrata” ed il suo stesso nome, che deriva dal greco moscos (vitello), l’avvalorano fortemente. Pochissimo sappiamo della vita e della civiltà dei primi nuclei: i primi documenti, difatti, che citano Moschiano risalgono al basso medioevo.

Il paese, benedetto dal suo amatissimo protettore S. Bartolomeo, fu parte del cosiddetto “Stato di Lauro” nella Contea di Nola e, similmente ai borghi del Vallo, ebbe i suoi feudatari: gli Orsini, i Sanseverino ed i Pignatelli.

Con la divisione, in tre parti, delle montagne demaniali dello Stato di Lauro, Moschiano, come Quindici e Taurano, ebbe l’onere di amministrarne una e da allora fu detto “comune capoterzo”. Patria di suor Angela della Pace, che spese la sua vita per i poveri e gli ammalati, e di artisti notevoli quali Domenico ed Alberico Dalia, nel 1861, con l’Unità d’Italia, il paese passò dalla provincia di Caserta a quella di Avellino.

Nel 1928, cessando di essere comune autonomo, fu aggregato al comune di Quindici per poi riacquistare la sua autonomia nel 1957.

Nel centro storico del paese, avvolti nei felici ricordi di un passato che ritorna, ritroviamo la Chiesa del Corpo di Cristo. Straordinario il suo portale ligneo: realizzato, molto probabilmente, nel ‘500 dalla Scuola Nolana fiorita al tempo di Merliani, il portale è caratterizzato da straordinarie formelle raffiguranti scene evangeliche. All’interno della Chiesa, invece, si conservano due preziose tele: “la Pietà”, attribuita alla Scuola Napoletana del 1500; la “Comunione degli Apostoli”, opera ottocentesca del pittore Gennaro Martorano.

Accanto la Chiesa, in un angolo caratteristico, s’impone e la Piazza principale: fino a trent’anni fa, vi era un’ampia parete, di pietra bianca, decorata da lapidi e stemmi in un insieme di ‘memorie patrie’. In basso vi erano due mascheroni da fontane, le cui bocche gettavano acqua potabile; in alto, gli stemmi del paese, che tutt’ora si conservano presso l’ingresso della Casa Comunale; al centro, due lapidi che riportavano alla memoria un passo latino. Dalla piazza, siamo liberi di avventurarci tra le viuzze del centro che sboccano in angoli pittoreschi e, volendo, possiamo ‘barcamenarci’ sui colli del paese dove, come in una favola che sa di cime boschive, sorge il Santuario della Carità.

In questo luogo, intriso di fede e cultura, si percepisce un clima di pace e serenità e la vista spazia sui paesi sottostanti fino a confondersi negli orizzonti marini. Il Santuario, secondo alcune ricerche storiografiche, risale al XV sec., periodo, per il Vallo di Lauro, di forte crescita spirituale.

Come tutti i Santuari che si rispettano, anche questo è legato ad una circostanza miracolosa: l’apparizione della Vergine ad una pastorella, il ritrovamento della statua, che ancora oggi viene venerata, e la fede che spinge i Moschianesi a costruire una Cappella votiva, dove ancora oggi è possibile ammirare un dipinto che raffigura l’evento miracoloso e la pietra sulla quale la credenza popolare vuole che sia stata trovata la Madonna seduta. Alla fine del 1800 questa cappella fu ampliata, divenendo un vero e proprio Santuario.

Pregevole è il suo portale realizzato, nel 1909, da due artisti locali: Domenico e Alberico Dalia. Moschiano è sicuramente un ottimo punto di ritrovo per gli amanti della tranquillità. Si dice che oltre a recuperare l’armonia del corpo e della mente il suo ambiente e l’accogliente atmosfera alimentano e assecondano anche il piacere della buona tavola, caratterizzata dai migliori piatti della cucina tradizionale: beh, a questo punto…provare per credere.
 

Vincenzo Castaldo